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Le “Buone pratiche culturali”

per le ASSOCIAZIONI di QUALUNQUE NATURA

Scienza, libri e beni culturali: che cosa possono fare le associazioni?
Il nostro Paese è, purtroppo, agli ultimi posti per gli investimenti nella ricerca scientifica.
Un’altra certezza: in Italia si legge poco.
E’ risaputo, inoltre, che l’interesse degli italiani nei confronti del loro enorme patrimonio storico e artistico è assai scarso.
Poca scienza, poca lettura, poca attenzione ai nostri tesori culturali: passano gli anni e questi aspetti negativi, purtroppo, non registrano variazioni di tendenza.
Si attendono sempre interventi dall’alto, sicuramente essenziali ed indispensabili, ma siamo certi che non si possa fare qualcosa, anche se marginale, in prima persona?
Le associazioni potrebbero fare qualcosa?
In ogni comune italiano è assai viva la realtà associativa. I sodalizi, di qualunque tipo e natura, da quelli sportivi a quelli ricreativi, proliferano ovunque. Nei loro statuti si descrivono le attività di questi gruppi, attività che, come si sa, non devono avere scopo di lucro.
Perché non introdurre nella vita di ogni associazione, anche se non fanno parte degli scopi statutari, le “buone pratiche in campo culturale”?
Di che cosa si tratta? E’ molto semplice. Proprio perché le associazioni sono una presenza forte e diffusa capillarmente sul territorio italiano, perché non promuovere tra questi sodalizi una sorta di decalogo delle buone pratiche in campo culturale?
Se ogni associazione promuovesse, almeno una volta all’anno, iniziative sulla ricerca scientifica, sui libri e sulla conoscenza dei beni culturali, le attività in questo campo si potrebbero moltiplicare.
Ecco tre semplici azioni che ogni sodalizio potrebbe realizzare:
1) I bilanci delle associazioni sono sempre in sofferenza, però non è impossibile ipotizzare che ogni anno venga riservata una piccola quota, anche simbolica, a favore di quegli enti che promuovono la ricerca scientifica, ad esempio nel campo della ricerca medica.
2) C’è una iniziativa, che non ha costi, attraverso la quale si promuove la lettura. Si tratta dell’attività dei gruppi di lettura. Come funziona? Un gruppo di persone si accorda su un libro da leggere, e, dopo un certo lasso di tempo, ci si ritrova per discutere il contenuto del libro. I libri possono essere presi a prestito gratuitamente in biblioteca. Se ogni sodalizio organizzasse almeno un incontro di questo tipo all’anno (sarebbe meglio farne più di uno per accontentare i gusti di vari potenziali lettori), è evidente che queste iniziative di promozione alla lettura si moltiplicherebbero.
3) Di solito non siamo molto interessati a conoscere il patrimonio storico e artistico e i musei che si trovano nel territorio dove viviamo. Se ogni associazione organizzasse, almeno una volta all’anno, una visita guidata finalizzata alla conoscenza di uno dei tesori del proprio territorio, le iniziative su questi temi crescerebbero in maniera assai significativa.
Quante altre “buone pratiche in campo culturale” potrebbero essere realizzate dalle associazioni? Qui ne sono descritte tre, ma potrebbero esserne aggiunte altre. Fissare pochi obiettivi, ma facilmente raggiungibili, aiuta a realizzarli. Se volete farci conoscere le vostre “Buone pratiche” le aggiungeremo a questo testo, che vi suggeriamo di diffondere ad altre associazioni.
Segnalateci le vostre attività scrivendo a: Centro Studi e Ricerche Serafino Zani


Gruppi e “Buone pratiche culturali”

Ascolta la trasmissione Gruppi e “Buone pratiche culturali”


Iniziative Associazione Amici dei Parchi e delle Riserve Naturali
e
Centro Studi e Ricerche Serafino Zani

1) Il “Progetto St.Ar.S.” su Tesori Vicini
2) Il “Progetto St.Ar.S.” su Parchi Bresciani
3) Il gruppo di lettura “Libri al museo”


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