DOLOMITI – Patrimonio dell’Umanità
Gran parte del territorio Orientale del Parco, il Gruppo dolomitico delle Pale di San Martino, il 29 giugno 2009 è stato dichiarato quale Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO assieme ad altri gruppi montuosi dolomitici tra Trentino, Alto Adige, Veneto e Friuli.
Alcuni straordinari luoghi del Parco hanno sicuramente costituito, per la Provincia di Trento, una risorsa significativa per la richiesta di dichiarazione delle Dolomiti “patrimonio dell’umanità”.
Sono contesti naturali che si configurano come dei “luoghi simbolo”, quasi delle “finestre geologiche” su queste montagne uniche al mondo.
AMBIENTI
L’area protetta è costituito da ambienti tipicamente montani, ma nell’ambito dei suoi quasi 20.000 ettari sono rappresentati luoghi magici tra i più vari: imponenti pareti di bianca dolomia, verticali dirupi di porfido scuro, curiose forme geologiche, valli impervie, forre scavate da impetuosi torrenti, aridi altipiani rocciosi e piccoli ghiacciai, dolci pascoli alpini e rotonde praterie fiorite, limpidi specchi d’acqua, testimoni di più imponenti e antichi ghiacciai, suggestive e secolari foreste che amplificano le voci della natura e dove non è favola l’incontro con la fauna selvatica. In questa sezione puoi conoscere alcuni degli ambienti più suggestivi del Parco.
Ghiacciai
Il ghiacciaio della Fradusta
La Fradusta è un modesto ghiacciaio d’altopiano, con notevoli morene frontali. Queste sono determinate sia dall’erodibilità delle rocce dolomitiche a contatto con i materiali di fondo, che dalla scarsa inclinazione della superficie (11 gradi in media). La massa glaciale si è ridotta del 60% nel corso dell’ultimo secolo, ed è oggi di circa 65 ettari; la sua esposizione, aperta agli agenti atmosferici, fa sì che le sue dimensioni dipendano direttamente dall’andamento del clima.
La fronte del ghiacciaio termina su un piccolo laghetto proglaciale, ad una quota di circa 2650 metri. Anch’esso nel 1994 si è rapidamente ridotto per la natura carsica dell’altopiano, e oggi la fronte ha l’aspetto di una paretina di ghiaccio che si alza di una decina di metri sopra le acque residue, frammentandosi in blocchi.
La cima della Fradusta può essere considerata una sorta di ombelico dell’intero gruppo delle Pale, un punto centrale di equilibrio: panoramicamente permette di spaziare su tutti gli angoli del complesso. Come consigliavano gli alpinisti esploratori di fine Ottocento, occorrerebbe salire nello stesso giorno la Rosetta e la Fradusta, paragonarne i panorami, per avere una visione completa delle Pale.
Il ghiacciaio del Travignolo
Il canalone fra il Cimon della Pala e la Cima della Vezzana è occupato dal ripido Ghiacciaio del Travignolo. Su questo versante, risalendo il ghiacciaio e deviando poi sulla vasta parete, si svolse la prima ascensione al Cimon della Pala, nel 1870. In seguito fu trovata una via di accesso più semplice dalla parte opposta, che è l’attuale via normale.
Si tratta di un ghiacciaio di vallone alimentato dalle valanghe. Di esso Douglas Freshfield, il primo alpinista giunto in zona, scrisse che “è l’unico del gruppo che faccia uno sforzo determinato per scendere a valle”.
Dal 1947 il Ghiacciaio del Travignolo è arretrato di circa 200 metri in dislivello e oggi la fronte sfiora i 2300 metri di quota, con due lobi ricoperti di detrito e di spessore ridotto. Nella zona centrale della fronte si sono formate cavità al contatto col substrato roccioso, creando anche una vera grotta. Il ghiacciaio mostra chiaramente attraverso molti segni il suo passato di potenza: in alto, verso i 2200 metri, con le morene recenti abbandonate e, più in basso, verso i 1850 metri nei pressi della Malga Venegiotta, con i grandi archi morenici würmiani risalenti a circa 16.000 anni fa, costituiti da grossi blocchi e ormai colonizzati dalla vegetazione. Nella zona di Malga Venegia il pascolo si estende su un antico conoide creatosi dopo il ritiro del ghiacciaio, mentre più in basso il torrente incide il proprio letto lungo antichi depositi morenici.
Tutti i dati e le notizie si trovano sul sito Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino
Indirizzo
Villa Welsperg – Casa del Parco
Loc. Castelpietra 2
38054 Tonadico (Tn)
Telefono 0439/64854
Fax 0439/762419
mail: Parco Naturale Paneveggio – Pale di San Martino
sito: Parco Naturale Paneveggio – Pale di San Martino
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