La bassa, la genetica o le pagine ricevute in dono? Agli albori di una passione che durerà tutta la vita
L’infanzia in un paese della Bassa, i giochi nella natura insieme agli amici, ma nessuna scintilla iniziale che possa aver fatto nascere una passione per l’ambiente che diventa sempre più manifesta. Certamente c’è qualcosa di genetico, con il padre veterinario e la madre con il pollice verde, che negli Anni ‘60 regalano al naturalista in erba due stimolanti volumi, una guida ornitologica che spazia oltre i confini nazionali e un manuale pratico per coltivare la passione per la raccolta, la preparazione e la sistemazione di una collezione di campioni faunistici trovati durante le osservazioni all’aria aperta.
Dal rock alle vetrine con una guida d’eccezione
Negli anni dell’adolescenza la natura non era l’unica passione, ad esempio ha suonato il basso in un complesso rock. L’incontro da giovane con il direttore di un importante museo italiano davanti alle vetrine dell’istituzione dove da molti anni svolgeva il suo lavoro. Era un professore che, pur avendo dedicato alla ricerca naturalistica oltre mezzo secolo, non mancava di riconoscere che le nuove scoperte erano la prova di quanto avesse ancora da imparare. Fare il naturalista, per studio, hobby o per una scommessa con sé stessi, è un regalo che dura tutta la vita, anche durante gli anni della pensione. Non ci sarà il rischio di trascorrere la terza età ingannando il tempo al bar con un giornale o un bicchiere in mano.
I risultati di decenni di ricerche non solo in lingua italiana
Negli Anni Ottanta l’hobby per l’ornitologia diventa un vero e proprio lavoro, pieno di soddisfazioni e di traguardi, che continua tuttora. Le sue ricerche sul campo diventano oggetto di importanti pubblicazioni. La sua collaborazione a studi di interesse interdisciplinare consentono agli organi competenti la pianificazione degli interventi per una migliore gestione del patrimonio naturale. La sua attiva partecipazione ai programmi di ricerca coordinati da enti di importanza nazionale favorisce la raccolta e lo studio di dati che trovano ampia diffusione su una delle principali riviste del settore. Nei primi anni Ottanta del secolo scorso coordina gli appassionati di ornitologia, con una attenzione rivolta in particolare a quelli del territorio locale, dando vita ad un organismo che continua a pubblicare ed aggiornare gli atlanti degli uccelli nidificanti e svernanti. Partecipa come esperto ai gruppi di lavoro interdisciplinare per la pianificazione degli interventi in importanti aree protette, come il Parco dell’Adamello e le Torbiere del Sebino. Con i dati che ha raccolto in tanti anni di osservazioni sul campo pubblica, insieme ad un collega, nove importanti volumi che colmano il vuoto di molti decenni che li separano da un manuale degli anni Venti del secolo scorso. Recentemente sono stati condensati in un’opera, in tre volumi, scritta in lingua inglese.
Emozioni senza confini, dalle isole sperdute alle vette di prossimità
Le piccole isole del Mediterraneo e le Alpi sono i luoghi del cuore, ma non ci sono confini alle sue ricerche. Gli studi che ha compiuto su una specie che popola le foreste della Corsica hanno permesso al parco regionale dell’isola di operare al meglio nella tutela dell’animale così lungamente osservato. Venti anni di censimenti in una importante area umida dell’Adriatico hanno permesso di tenere sotto controllo le popolazioni di gabbiani e sterne e di scoprire le prime nidificazioni italiane di specie più rare. Ma come non ricordare in modo particolare l’emozione della scoperta a poca distanza da casa, in un complesso residenziale che si è rivelato abitato anche da alcune particolari coppie di volatili. Così come è indimenticabile l’incontro in un grotta dell’Adriatico con una coppia che viveva insieme da vent’anni, come certificato dagli anelli attaccati alle loro zampe. Erano arrivati, come ogni primavera, dopo un lungo viaggio iniziato al largo delle coste africane.
>>>Ritorna alla pagina Pierandrea Brichetti